E’ IL NERO DI ORGOSA IL “VINO EMOZIONE 2016”

E’ bellissimo che il nostro VINO EMOZIONE dell’anno sia stato prodotto in un garage senza corrente elettrica ad Orgosolo da un uomo che dopo una vita passata a lavorare in giro per il mondo fra navi da crociera e ristoranti di lusso, ha trovato la sua second life a casa, piantando una vigna nel terreno ereditato dal padre.

E’ bellissimo che al secondo posto si sia classificato un vino rosso passito prodotto a Cerveteri in Lazio da un vitigno sconosciuto a tutti che si chiama giacchè, clone del lambrusco e di origine etrusca e che il produttore sia l’unico al mondo a vinificarlo facendone solo 800 bottiglie.

E’ bellissimo che al terzo posto ci sia la Calabria che si dice conti poco nel mondo del vino, con un rosso prodotto a oltre 700 metri di altezza sulle pendici della Sila in una delle Doc più piccole e sconosciute d’Italia, il Savuto, da un vitigno altrettanto poco noto che si chiama magliocco.

E’ bellissimo che il premio al migliore bianco sia andato a un vino prodotto da uva nera (!) e arrivi dalla Puglia, da vigneti confinanti con le prestigiose mura di Castel del Monte.

E’ bellissimo perché sono tutti vini che rispettano alla perfezione l’identikit di un Vino Emozione, un premio che non ha valenza né tecnica né numerica, essendo espressione di uno sparuto gruppo di appassionati di una sconosciuta associazione di provincia chiamati a giudicare un vino secondo il pathos che trasmette. Ma che è comunque figlio del gusto del consumatore medio e non dei grandi esperti, scelto oltretutto senza condizionamento alcuno, dal momento che le degustazioni avvengono alla cieca.

E quindi per una volta chissenefrega se a premiare non sono le blasonate guide e gli autorevoli sommelier professionisti. Un Premio è sempre un premio e in questo caso è solo un emblematico riconoscimento per dire grazie a tutti i vini e ai vignaioli che sono stati protagonisti delle diverse serate tematiche che l’associazione Viva il Vino organizza a cadenza mensile, appuntamenti che raccontano un’Italia del vino meno nota dove a emozionare sono spesso le storie di vita di chi quel vino lo produce, del vitigno sconosciuto e del territorio unico da cui nasce, prima ancora della qualità nel bicchiere.

Un percorso annuale da Nord a Sud compiuto attraverso la scoperta e la degustazione complessiva di 54 vini, da cui sulla base dei voti ricevuti ad ogni serata sono emersi i 18 vini protagonisti della finale: che è stata una degustazione libera di circa tre ore con bollicine, bianchi e rossi tutti stagnolati, per consentire alla giuria popolare di scegliere i vini solo attraverso le proprie emozioni gustative.

Aldilà di ciò che è stato bellissimo, il VINO EMOZIONE 2016 secondo i soci di VIVA IL VINO si chiama Nero di Orgosa, a produrlo ad Orgosolo, nel cuore della Barbagia, è Peppino Musina di Cantina Orgosa, da uve cannonau (80% almeno) e poi pascale, carignano, sangue di cristo.

Una produzione di sole 9.000 bottiglie, frutto di due soli vini (l’altro è un cannonau in purezza), fatta in un garage situato proprio in mezzo alle vigne dove per motivi di spazio utilizza solamente piccoli tini di plastica per la fermentazione e botti di legno usate per la breve maturazione di tre mesi.

Un produttore che non più di 15 giorni fa a “La Terra Trema” a Milano era stato premiato con la Roncola d’Oro 2016, un vino che Slow Food in un articolo di qualche tempo fa aveva definito il miglior vino quotidiano d’Italia nel rapporto qualità/prezzo. Detta così, sembrerebbe una vittoria annunciata la sua, solo che è avvenuta con degustazione alla cieca e quindi senza che i votanti potessero sapere che era proprio quello il vino di Peppino!

Dietro di lui un secondo posto che ci porta a Cerveteri in Lazio con il GIACCHE’ PASSITO prodotto da Casale Cento Corvi, un’altra sorpresa!

Un vitigno, il giacchè, sconosciuto praticamente a tutti, recuperato dalla famiglia Collacciani, praticamente gli unici produttori al mondo di questo clone del Lambrusco, di origini etrusche. Suggestivo anche lo stile di produzione: una strozzatura del tralcio crea l’appassimento sulla pianta, poi la vinificazione con l’alcol svolto fino a superare i 15° a cui segue una maturazione in barrique. Il risultato è un vino ricco di materia che macchia persino il bicchiere e ricorda più un amarone che non un vero vino dolce.

Ne vengono prodotte solo 800 bottiglie da un’azienda che supera le 400.000 bottiglie di produzione complessiva: se non è una chicca questa, ditecelo voi quali sono le chicche!

Anche il gradino più basso del podio ha offerto un risultato sorprendente, premiando il SAVUTO SUPERIORE di Antiche Vigne Pironti, un vino rosso che arriva da una delle DOC più piccole d’Italia, in provincia di Cosenza. Uve magliocco (80%) e greco nero, vigneti fra i 600 e i 900 metri d’altezza, piante che hanno un’età media di 75 anni! Un vino che riposa in legno per almeno due anni prima di essere imbottigliato.

Molto bene hanno fatto anche il Bricco del Falco, arrivato al quarto posto, un Pinot Noir che nasce in un terroir molto simile a quello della Borgogna, prodotto da Isolabella della Croce nello stesso territorio della doc più piccola d’Italia che è quella del Loazzolo nel Monferrato piemontese e poi il Come d’Incanto, premiato “Miglior Bianco”, un’altra storia speciale perché è frutto della vinificazione in bianco del nero di Troia e Carpentiere è uno dei pochissimi viticoltori a produrlo, a Corato, nelle Murge pugliesi.

Vino Emozione è stato soprattutto la celebrazione di quell’Italia unica nel pianeta del vino, fatta di autentiche chicche che ti danno la consapevolezza che non si potrà mai conoscerne appieno tutte le sfumature: come non ricordare nel lungo viaggio verso la finale anche il viognier fatto all’Elba, la nascetta riscoperta nelle Langhe, la ribolla di Oslavia che macera 45 giorni sulle bucce? E poi chi aveva mai sentito nominare vitigni autoctoni come il casavecchia, il pallagrello, il longanesi o aveva mai assaggiato un terrano, un thai, un malbo gentile o un’ancellotta? Affiancati ai grandi classici perché durante il percorso non sono certo mancati in degustazione il barolo, i grandi rossi toscani, le bollicine di Franciacorta, l’aglianico e così via.

CLASSIFICA FINALE

1° Nero di Orgosa – Cantina Orgosa

2° Giacchè passito – Casale Cento Corvi

3° Savuto Superiore – Antiche Vigne

4° Bricco del Falco – Isolabella della Croce

5° Come d’Incanto – Cantine Carpentiere (miglior bianco)

6° Sansevè Saten – Monterossa (miglior bollicina)

6° Robbione – Colli di Serrapetrona

8° Brasi – Ferreri e Bianco

9° Barolo Vigna Lazzairasco – Porro

9° Terrano Riserva – Skerk

 

ELENCO VINI FINALISTI

BOLLICINE

LOMBARDIA  Spumante Sansevè Saten – Monterossa (chardonnay)

CAMPANIA     Spumante Metodo Classico Dubl – Feudi di San Gregorio (greco)

BIANCHI

ALTO ADIGE   Mondevinum – Niklas (pinot bianco, sauvignon, chardonnay)

FRIULI              Collio Bianco – Keber (friulano, ribolla, malvasia)

TOSCANA         V.I.P. – Arrighi (viognier)

MARCHE          Artemisia – Spinelli (pecorino)

ABRUZZO        Castellum Vetus – Centorame (trebbiano)

PUGLIA            Come d’Incanto – Carpentiere (nero di Troia)

CALABRIA       Mantonicoz – L’Acino (mantonico)

SICILIA            Brasi – Ferreri e Bianco (catarratto)

ROSSI

PIEMONTE      Barolo Vigna Lazzairasco – Porro (nebbiolo)

Bricco del Falco – Isolabella della Croce (pinot noir)

FRIULI              Terrano Riserva – Skerk (terrano)

MARCHE          Robbione – Colli di Serrapetrona (vernaccia nera)

LAZIO                Vassallo – Collepicchioni (merlot, cabernet sauvignon, cabernet franc)

Giacchè passito – Casale Cento Corvi (giacchè)

CALABRIA       Savuto Superiore – Antiche Vigne (magliocco, greco nero)

SARDEGNA     Nero di Orgosa – Orgosa (cannonau, pascale, carignano)

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Ed ecco l’elenco completo di TUTTI GLI ALTRI VINI DEGUSTATI nelle varie tappe del VINO EMOZIONE 2016.

A tutti loro va il nostro ringraziamento per averci consentito con il loro lavoro di migliorare la nostra cultura sull’Italia del vino, con grande attenzione al mondo dei vignaioli artigiani e delle zone e delle denominazioni meno note.

Sarà anche solo un caso, ma intanto pur essendo la nostra associazione in Piemonte, terra di grandissimi vini, i vini premiati arrivano tutti dalle regioni del Sud e del Centro!

– Franciacorta Brut La Fioca (chardonnay), Lombardia
– Collio Sauvignon Subida di Monte, Friuli
– Lusirà Baglio del Cristo di Campobello (syrah), Sicilia
– Sonus Ritterhof (gewurztraminer), Alto Adige 

– Langhe Nascetta Ellena (nascetta), Piemonte
– Soave Le Bine de’ Costiola Tamellini (garganega), Veneto
– Carlaz Prima Terra (vermentino), Liguria
– Ribolla gialla Il Carpino (ribolla), Friuli

– Brut Cavaliere Nero Revì (pinot noir), Trentino
– Saray Porta del Vento (catarratto bianco), Sicilia
– Liberi Sclavia (casavecchia), Campania
– Neroduva Storchi (malbo gentile, ancellotta), Emilia

– Poiema Eugenio Rosi (marzemino), Trentino
– Thovara Piovene Porto Godi (tai rosso), Veneto
– Blauburgunder Mazzon Brunnenhoh (pinot noir), Alto Adige
– Ormeasco Pornassio Maffone (ormeasco), Liguria

– Campodarchi Terracruda (bianchello del Metauro), Marche
– Campo del Guardiano Palazzone (procanico, grechetto, verdello), Umbria
– Mezzelune Cà dei Quattro Archi (albana), Romagna
– Podere Sassaie Petreto (sauvignon, semillon, chenin blanc), Toscana

– Brut Ribolla gialla Tenuta Stella (ribolla), Friuli
– Rosè Extra Brut Vignalta (raboso), Veneto
– Caprettone Casa Setaro (caprettone), Campania
– Durello Metodo Classico Fattori (durello), Veneto

– Vallerana Alta Antonio Camillo (ciliegiolo), Toscana
– Nobile di Montepulciano Godiolo (prugnolo gentile), Toscana
– L’Altro Io Cantina Peppucci (sagrantino, cab. sauvignon), Umbria
– Burson Az. Agricola Randi (longanesi), Emilia

– Kimia Tenute Chiaromonte (fiano), Puglia
– Sussinku Nuraghe Crabioni (vermentino), Sardegna
– Greco Musc’ Contrade di Taurasi Lonardo (roviello), Campania
– Colle S. Marina Apicella (falanghina, biancolella, pepella, ginestra), Campania

– Cunto Michele Alois (pallagrello nero), Campania
– Arcuria Calcagno (nerello mascalese e nerello cappuccio), Sicilia
– Il Nerone de La Marchesa (nero di Troia), Puglia
– Le Drude Michele Laluce (aglianico del Vulture), Basilicata

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