T-DAY el di d’la Trìfula

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Con Aldo Alessandria nel ruolo del Trifulau

Special Guest: Vittorio Adriano, Delegato FIVI per le Langhe

Dietro le quinte: Aldo Alessandria pulisce la “materia prima” della serata: ed eccole, luccicanti perle pronte a inebriare di piacere la platea! Dalla cucina al palcoscenico, Aldo viene subissato di domande: Tutto quello che avreste voluto sapere sul Tartufo, ma non avete mai osato chiedere

10648191_1037813246236260_3038473979335187797_oRapiti dalla piacevolezza dei dialoghi, quasi ci si dimentica di essere venuti per una degustazione di Tartufi abbinata al Vino. Ah già, il vino, stasera accompagnatore del Re dei sapori: ma è meglio bianco o rosso? L’importante è che abbia queste due caratteristiche per affiancare l’intensità aromatica sprigionata dal tartufo e la persistenza gusto-olfattiva che qualsiasi piatto arricchito di tartufo si ritrova ad avere. E quindi in abbinamento ci saranno due bianchi e due rossi…. come sempre rigorosamente degustati alla cieca.

Si comincia con una delicatissima vellutata di patate aromatizzata con burro al tartufo e accompagnata da crostini con crema di burro al tartufo. E abbiamo già nel bicchiere tutti e due i vini bianchi. Nel mentre Chef Vale estrae dal forno le cocottes di uovo, probabilmente il piatto emozione della serata per molti dei presenti, soprattutto dopo la pioggia di lamelle di tartufo che una mano esperta ha grattato: di chi sarà mai?

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E’ il momento di salire a bordo del pulmino virtuale di Viva il Vino e andare a scoprire i primi due vini: dal panorama sembra emergere il Nord Est. E così è se vi pare! Siamo in Val Venosta, Alto Adige, valle famosa per la qualità delle mele e … dei vini. Col Tartufo non 10006493_1037818192902432_4069532497673654116_nsi poteva non proporre il vitigno bianco per eccellenza: il Riesling. Da zone montane, straordinaria intensa aromaticità, tanta acidità e mineralità in bocca, chiusura floreale.. Ritenuto dal pubblico perfetto con la vellutata. Il Riesling di Falkenstein è considerato uno dei migliori in assoluto a Sud della Germania. Franz Prazner in questo angolo paradisiaco che è la Val Venosta produce ad alta quota vini che sono grandi interpreti del territorio.

Ed eccoci di nuovo a bordo del pulmino, verso il secondo vino. Osservando dal finestrino molti dicono Centro Italia (Toscana, Umbria, Marche) e in effetti vista la complessità del vino in degustazione molti forse stanno pensando a un Verdicchio Riserva dei Castelli di Jesi. Invece no! Il pulmino ci ha portato in Friuli e precisamente a S. Giovanni al Natisone, in pieno Collio. A due passi dal confine sloveno, a due passi da Cormons, nel cuore di uno dei terroir più interessanti di tutto il nostro Paese, soprattutto per i grandissimi bianchi che si producono. E fra questi a pieno diritto ci entra anche il Morus Alba, ritenuto l’abbinamento perfetto con la cocotte di uovo annegato nel tartufo! Due vini che nascono già in legno e vi proseguono la loro maturazione, separatamente: la malvasia istriana, vitigno autoctono di grande aromaticità e finezza e l’internazionale sauvignon blanc a10802069_1037812962902955_8974025613766193380_n portare struttura e ulteriore intensità aromatica. Solo a fine maturazione i due vini si incontrano in un assemblaggio perfetto prima dell’imbottigliamento. Vino molto complesso, dal colore dorato, ha giocato a cambiare molto nel corso della serata. E poi chiamandosi Alba… non poteva che essere perfetto col tartufo!  La storia di Vignai da Duline, raccontata da Vittorio Adriano che ben li conosce (anche loro sono nella FIVI) sembra una favola. Una storia d’amore fra Federica e Lorenzo, ma anche d’amore verso la natura: la loro è una filosofia che verrebbe sminuita a provare a descriverla in due righe: vi suggeriamo allora di guardarvi invece questo video che si trova in Rete: http://vimeo.com/53747416, splendido documentario alla scoperta della filosofia di quelli che sembrano davvero rappresentare il vignaiolo dei nostri sogni!

Ed ora la scena passa ai rossi. Si parte con una gustosissima toma d’Alba col tartufo, ulteriormente aromatizzata con miele, anch’esso al tartufo. Nel mentre in cucina qualcosa bolle in pentola: a prima vista sembrerebbe trattarsi di fonduta…

Aldo Alessandria viene richiamato in cucina, Max Wine modera, Vittorio Adriano racconta storie e aneddoti di vita di vignaiolo indipendente.

10264227_1037814466236138_46999444150381802_oE’ un elegantissimo Trifulau quello che provvede con grande cura alla seconda indimenticabile grattata della serata. E il risultato si vede…. Il tartufo promesso da VIVA IL VINO c’è tutto e la sua intensità aromatica, la sua finezza, la sua maestosità fanno calare per la seconda volta nella sala un silenzio surreale: parla solo Lui, Re Tartufo.

Questa volta non abbiamo fatto molta strada col pulmino, dice la platea. Come dargli torto? Sembrano esserci tutti gli elementi per pensare di essere nelle Langhe.
Cosa celerà mai questa signorile costruzione in mezzo alle colline? Proviamo ad entrare. Alla faccia della cantina: è più elegante, linda e in ordine del salotto della maggioranza degli italiani! Ed è Daniela Rocca, la padrona di casa, ad accompagnarci nella visita: pare che ai soprammobili Swaroski preferisca i fermentatori in inox. Non potevamo non accompagnare il Tartufo col Barbaresco, che per il tipo di piatti proposti nella serata, abbiamo ritenuto essere il Testimonial perfetto delle Langhe, più ancora del Barolo, fin troppo austero per le nostre portate. 10370895_1037812679569650_1834699696903255734_nL’eleganza, la finezza, la complessità tutta al femminile del Barbaresco Ronchi ci hanno emozionato, grazie anche alla sua non comune capacità di essere assolutamente pronto e piacevole malgrado la giovane età: in degustazione avevamo il 2011. E se il Barbaresco è femminino… che dire della Cantina Albino Rocca, portata avanti con grande capacità da tre sorelle che ancora una volta mettono insieme amore e voglia di continuare la tradizione di nonni e genitori per proporci alcuni dei migliori Cru dell’intera denominazione del barbaresco? Loro si trovano proprio nel cuore, nel comune di Barbaresco, andate a trovarle.

Il pulmino riparte e si ferma quasi subito: poco male, il paesaggio è così meraviglioso che nemmeno ci si accorge di essere di nuovo fermi. I più “furbetti” avevano infatti detto subito che il secondo vino rosso era molto simile al primo. Talmente simile da essere anche lui un Barbaresco, altrettanto fine, elegante, all’apparenza persino più complesso o forse semplicemente un pochino meno pronto del precedente, per via della diversità dell’affinamento e anche della zona di produzione. E chi lo produce se non il signore che è stato al tavolo dei relatori tutta la sera?!! Già, Vittorio Adriano non è solo delegato FIVI10402798_1037815099569408_8096387901089341147_n per le Langhe, ma è soprattutto un vignaiolo vero, che a San Rocco d’Alba porta avanti col fratello e le rispettive famiglie un’altra di quelle bellissime storie di vita e di vite che a noi di VIVA IL VINO piacciono tanto. Soprattutto quando si ha la fortuna e il piacere di sentirsele raccontare direttamente dai protagonisti. Ed è nel vigneto di Neive che nasce il Basarin, il vino che abbiamo degustato! Un altro splendido scorcio di Langa, dove i vigneti di Vittorio Adriano si interrompono improvvisamente per finire quasi in una “gravina”: qui sobbalza in piedi anche Aldo Alessandria, per dirci che quello è un terreno straordinario per i tartufi e infatti lo stesso Vittorio Adriano ammette che per diletto e “uso personale” in effetti qualche Trifula la va a cercare anche lui ….

L’orgoglio di più generazioni che hanno avuto il coraggio di non abbandonare la terra quando dalle “povere” zone agricole del Piemonte i giovani fuggivano verso la grande città e la grande industria. Per fortuna chi non ha ceduto al fascino del consumismo, ora si trova a vivere una meravigliosa vita fra colline che sono diventate nel frattempo Patrimonio Mondiale dell’Unesco e dove da tutto il mondo gli stranieri vengono ad assaggiare i tartufi e a bere vini straordinari. E noi che viviamo a meno di un’ora di auto da questi posti vogliamo lasciarci scappare l’occasione di lasciare agli stranieri tutto questo ben di Dio?

E’ il momento di ringraziare Vittorio Adriano e Aldo Alessandria per la piacevolissima serata che hanno trascorso con noi.

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Mezzanotte è suonata da un pezzo, la carrozza ritorna zucca, domani ognuno sarà nuovamente alle prese con la propria quotidianità, ma speriamo che porti con sè un pochino di quell’essere stati così bene tutti insieme, in compagnia del Re Tartufo e di quattro grandi vini del nostro Vigneto Italia.

Ed eccoli tutti insieme i grandi protagonisti: Riesling Falkenstein, Morus Alba Vignai da Duline, Barbaresco Basarin di Vittorio Adriano e Barbaresco Ronchi di Albino Rocca: grazie per queste emozioni!

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