Storie di Langa – Viva il Vino incontra Aldo Vajra e Federico Scarzello

Ci eravamo salutati a dicembre con l’evento Il Gusto delle Donne, organizzato da noi di Viva il Vino  all’insegna delle parole chiave della nostra mission: passione & emozione.

E proprio da qui abbiamo voluto ripartire per il primo appuntamento del 2014 perché quando sono i produttori stessi a raccontarci la fatica e le speranze che si celano dietro ad ogni bottiglia, i tanti progetti, le sfide e i traguardi, ecco che il vino diventa testimone reale di storie di vita, di persone che con umiltà e dedizione ogni giorno coltivano i propri sogni.

Le storie in questo caso sono quelle di Langa , la cornice è la rivisitazione giocosa  dello scontro tra Davide e Golia che a noi permette in modo simpatico di chiamare Golia il produttore più conosciuto tra il pubblico degli appassionati, quello che senza pensarci viene immediatamente  identificato con la storia di una terra e di un vino. Sicuramente è così per Aldo Vajra.

Davide è invece colui che più rispecchia la filosofia di Viva il Vino, un’azienda con un più limitato numero di bottiglie prodotte, una chicca dell’enologia italiana come quelle che a noi piace spesso proporvi. Questa volta l’abbiamo scovata nel cuore di Barolo, una delle più minute ma più interessanti realtà della zona quella di Federico Scarzello.

Aldo Vajra rappresenta la serenità fatta a persona, una cordialità contagiosa che mette subito tutti i presenti a proprio agio; sembra di parlare con un amico di famiglia che da sempre ha suscitato in noi rispetto ed ammirazione invece che con uno dei più importanti uomini del vino conosciuto in tutto il mondo. Nella nostra prima chiacchierata telefonica mi disse “ Lei non immagina nemmeno quanto a me piace il mio lavoro”. Questo è stato il suo biglietto da visita, un sognatore ma anche un uomo di grandi valori e principi, che è rimasto con noi fin dopo mezzanotte nonostante la sveglia fosse suonata alle cinque del mattino per l’imbottigliamento. Un uomo che ad un certo punto ha deciso che la sua vita sarebbe stata il vino e che insieme alla moglie Milena ha tracciato un sentiero sul quale oggi cammina con orgoglio l’intera famiglia.

Federico Scarzello è figlio e nipote di vignaioli, alle spalle un bagaglio di tradizioni da cui farsi guidare per essere coerenti con se stessi senza cedere alle mode, a cui va aggiunta anche una buona dose di intuito. Federico lavora con costanza cercando sempre di “ Fare grandi vini che è ben diverso dal fare vini grossi. I vini devono essere espressione di noi stessi e delle nostre uve”. Un ragazzo di Langa dalle idee chiare e con tanti progetti, più conosciuto all’estero dove vende la stragrande maggioranza delle sue bottiglie che non in Italia dove purtroppo spesso ignoriamo le eccellenze che abbiamo a due passi da casa. Una persona che trasmette passione e serietà.

In un clima disteso e informale la serata è decollata con la degustazione dei primi due vini e come nostra consuetudine il primo assaggio è stato alla cieca per scoprire dopo una decina di minuti che è Barbera d’Alba Superiore 2010 in entrambi i calici!

Risultato anche di alcune vecchie vigne piantate proprio sul celebre cru Bricco delle Viole e sopravvissute agli espianti degli anni Settanta quella di Vajra. Frutta e velluto sono le primissime parole che mi vengono in mente. Un vino profumato e fresco, talmente elegante che cela in modo superbo i suoi ben 15,5 gradi alcolici!

La barbera Scarzello è il primo vino di cui il giovane Federico ha realmente potuto occuparsi in azienda all’inizio degli anni  ’90, ripiantandone le viti là dove suo padre le aveva estirpate per far posto al dolcetto. Un vino che sa essere meravigliosamente avvolgente mantenendo la freschezza tipica della varietà.

Ecco che ha preso forma l’idea condivisa da entrambi i produttori che “ si possono fare vini buoni con tutti i vitigni che sono tutti quanti nobili, l’importante è rispettare i loro caratteri”. Una bella affermazione su cui riflettere. .

Naturalmente la nostra Chef Vale nonostante l’influenza non ci ha abbandonato, quindi la prima degustazione è stata accompagnata da una torta salata farcita di prosciutto, uova e pecorino.

Tra un sorso e l’altro è proseguita l’intervista a Davide e Golia; una chiacchierata sempre più intima e rilassata che ha davvero avuto il merito di mostrare a ognuno di noi quanto sia bello avere di fronte a se persone che, umilmente, ogni giorno, creano una magia trasformando i propri sogni nel loro lavoro, rimanendo al tempo stesso imprenditori estremamente concreti.

La seconda coppia di vini in degustazione è riuscita a mostrare magistralmente come circostanze di produzione molto diverse tra loro possano convergere verso risultati affini e compatibili quando la priorità  rimane il rispetto sacrale della vigna.

Il Langhe Nebbiolo 2011 di Scarzello non ha fatto affinamento in botte, secondo Federico l’annata non lo richiedeva perché “Il Nebbiolo non deve essere un Barolino”. Per  questo motivo le vigne dedicate a questa etichetta si trovano in una sorta di avvallamento naturale che conserva bene il calore dell’estate, ma sono rivolte ad ovest. Esposizione inconsueta e meno favorevole, ma scelta esattamente con l’intento di preservare la croccantezza e l’esuberanza del nebbiolo giovane dal troppo sole.

Gli appezzamenti da cui nasce invece il Langhe Nebbiolo 2010 di Vajra  si godono la miglior esposizione possibile, la stessa riservata alle uve da Barolo, anzi sono proprio le medesime vigne.  Secondo la filosofia del produttore le viti che dovranno a piena maturazione produrre Barolo, in gioventù vengono riservate alla produzione del Nebbiolo. Nonostante questa evidente differenza di impostazione i due vini, splendidamente abbinati ad un Bra di media stagionatura e ad un Castelmagno , presentano caratteristiche affini soprattutto per quanto riguarda le sensazioni tattili regalate dai tannini, austeri ma mai troppo ruvidi.

Ed eccoci all’ultima coppia di vini, quella che tutti ormai si aspettano.

Aldo Vajra ci regala l’emozione del suo miglior vino, quel Barolo Bricco delle Viole che fa sognare tanti estimatori. L’annata è la 2009 ma il vino è già straordinario, elegantissimo al naso e in bocca, “ un disegno tracciato con una matita molto fine, non a carboncino” se lo immagina il produttore.

Il Barolo Scarzello è un 2006, elegante al naso e di solida struttura al palato, dotato di tannicità sostenuta ma mai eccessiva. Quasi quasi ricorda davvero la sensazione del disegno tracciato a carboncino, ma netto e senza sbavature.

L’abbinamento di Chef Vale è con uno stracotto di vitello al Nebbiolo e patate duchessa, quando si dice chiudere in bellezza.

Come sempre Viva il Vino ha chiesto ai partecipanti di votare il vino emozione, sulla base delle sensazioni provate nei primi assaggi alla cieca. Di un soffio ha vinto la Barbera di Vajra, ma alla fine ciò che è veramente uscito da questa serata è che quando ci sono il desiderio ,la competenza e l’impegno per produrre grandi vini, alla fine ognuno di questi rappresenta una grandissima emozione.

“ Comunicare a chi lo beve la passione di chi il vino lo produce è fondamentale” afferma Federico e noi non possiamo che essere assolutamente d’accordo con lui.

“Sicuramente il 2014 non poteva iniziare meglio di così per gli amici di Viva il Vino” sottolinea la nostra socia e amica Alessandra, che ringraziamo anche per il suo contributo agli appunti di degustazione.

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