Sapori Divini 2014

La prima volta di Viva il Vino in piazza, nata dalla volontà di non voler raccontare la cultura del bere bene solamente agli appassionati che già ci seguono presso i nostri appuntamenti tradizionali al Museo del Gusto, ma anche alle tante persone che amano semplicemente gustare un buon bicchiere in ottima compagnia e ne vogliono sapere qualcosa in più.

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E oggi, a poche ore di distanza dalla chiusura dell’evento “Sapori Divini”, siamo davvero entusiasti di questa prima.

Se Viva il Vino ha chiamato, Pinerolo ha risposto. Tante emozioni condivise a cominciare dai molti dei nostri abituali amici che già ci seguono con passione e che come sempre non hanno fatto mancare il loro supporto, ma anche tanti volti nuovi, persone di tutte le età che con entusiasmo hanno voluto partecipare sia ai Giri sulla “Giostra del Vino”, sia alle tappe di approfondimento intitolate “Isole di emozione”, andate in scena sul palco centrale della piazza con il Duomo a fare da splendida cornice.

Stiamo raccontando la partecipazione di Viva il Vino a Sapori Divini, la Mostra Mercato di prodotti eno-gastronomici del territorio organizzata per la XII volta dalla Pro Pinerolo e che quest’anno aveva come Regioni ospiti la Sicilia e la Sardegna, a cui abbiamo dedicato le nostre selezioni.

Raccogliendo l’invito a partecipare formulatoci da Roberto Inoli, Presidente della Pro Pinerolo, abbiamo cercato di portare un nostro contributo particolare in termini di contenuti, seguendo lo stile e il format che caratterizza i nostri appuntamenti, che abbiamo tentato di replicare in piazza: alla luce dei complimenti ricevuti, pensiamo di esserci riusciti.

A cominciare dalle Isole di Emozione, un viaggio in 4 tappe alla scoperta della Sicilia, della Sardegna, dei vitigni autoctoni e chiuso in dolcezza con il Nettare degli Dei.

Il nostro pulmino virtuale si è riempito di viaggiatori diversi a ogni tappa, facendo volare con la mente i passeggeri grazie alle tante belle immagini sullo schermo che evocavano luoghi incantati, ma emozionandoli soprattutto con una serie di scelte degustative di primissimo ordine, che vogliamo brevemente rivivere nel nostro report.

1° Tappa, Calici di Sicilia.

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Qualcuno ci dice di essere arrivato appositamente da Ivrea per partecipare a questa tappa e questa è stata una Emozione con la E maiuscola! I testimonial scelti a rappresentare l’isola però pensiamo abbiano lasciato un meraviglioso ricordo a tutti, a cominciare da COSTE AL VENTO, il Grillo di Marilena Barbera da Menfi (Ag), lasciato fermentare sulle bucce per 5 giorni, affinato con un breve passaggio anche in legno e soprattutto figlio di quel terreno minerale e di quelle piante accarezzate dalla brezza marina: vero vino dal sapore di mare.

Altra piacevole sorpresa è stata il Mamertino, vino noto fin dal tempo dei Romani, che nessuno dei presenti aveva mai assaggiato, al punto che alcuni pensavano fosse un vitigno e non una Doc. Siamo veramente grati a Ruggero Vasari per averci fatto scoprire la Valle del Mela e averci fatto arrivare con lo sguardo fino a Milazzo e alle Eolie osservate dalla cima del Castello Aragonese, ma soprattutto perché il suo Nero d’Avola CRU TIMPANARA ha dimostrato come si possano fare grandi vini anche negli angoli meno noti da un punto di vista enologico.

2° Tappa, Autoctoni, questi sconosciuti.

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Freschi reduci dalla nostra splendida serata di poche settimane fa (v. link), c’erano molte aspettative fra gli appassionati per questo incontro, probabilmente la tappa più emozionante di tutta Sapori Divini. Sul palco in Piazza del Duomo sono saliti tre vini da applausi o da lacrimuccia a seconda di come ognuno reagisce di fronte a bicchieri così.

Il PERDA PINTA’ SULLE BUCCE di Giuseppe Sedilesu da Mamoiada (NU) nel cuore della Barbagia è stato il più acclamato: un vitigno sconosciuto a tutti, la Granazza, delle vigne con cent’anni di storia, ma soprattutto un vino che dopo la surmaturazione delle uve sta fino a 20 giorni sulle bucce (ecco perché si chiama così) e poi matura in barrique. Definirlo bianco non si può, nemmeno il colore aranciato lo consentirebbe! Naso unico, gusto particolare, ma pieno e … che buono! Un vino estremo, di quelli che gli eno-strippati devono assaggiare almeno una volta nella vita, ma che anche i neofiti hanno ritenuto interessante. Se ci passate l’eresia, quasi un Gravneriano di Sardegna.

Poi il MICROCOSMO di Marilena Barbera, da uve perricone (90%), un mondo a sé nella produzione della emergente e brillante viticultrice siciliana: speziato, con evidente pepe nero come nemmeno un Syrah, piacevolmente fruttato, ma soprattutto con una beva meravigliosa dal finale forse un pelo troppo amarognolo.

E infine il NEBRIOSU, da uve Cagnulari, prodotto da Francesco Fiori, uno dei pochissimi uomini ad aver contribuito in maniera determinante al salvataggio di questo vitigno sconosciuto a noi del continente. Si coltiva in pochissimi comuni intorno a Usini a pochi chilometri da Sassari, un vino che ha stupito non solo gli appassionati e che ci ricorda – più ancora di altri – quanto il panorama dei vitigni autoctoni del nostro Paese sia davvero sorprendente.

3° Tappa, Calici di Sardegna.

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Non si poteva che iniziare con un vermentino, abbiamo scelto SERRA ASPRIDDA sempre di Francesco Fiori, uno di quei giovani sardi che prima ha cercato fortuna lontano dalla Sardegna e poi per nostra fortuna è tornato a valorizzare quei terreni e quei vigneti avuti dai propri avi. Una produzione limitatissima la sua, 15.000 bottiglie in tutta l’azienda, davvero un’occasione unica averlo avuto a Sapori Divini.

Con il CARNEVALE RISERVA, uno dei vari Cannonau di eccellenza prodotti da Giuseppe Sedilesu, sapevamo che avremmo dormito sonni tranquilli quando lo abbiamo selezionato come testimonial ideale. Chi meglio di lui poteva dare l’idea di cosa può esprimere in qualità questo vitigno, soprattutto quando proviene da piante che hanno una vita così lunga e da terreni così vocati come quelli dei Sedilesu, vini diventati oramai un must anche fuori dalla Sardegna.

Infine abbiamo chiuso con un vino simbolo dell’isola, per rappresentare anche quel mondo delle grandi cantine sociali che tanto ha dato al rilancio della Sardegna enologica. Certo che vedere sullo schermo le vigne sull’isola di Sant’Antioco arrivare praticamente fin dentro le spiagge di sabbia bianca, sapere che quell’enclave è una delle poche in Europa dove la vite è a piede franco perché la fillossera non è mai arrivata, ha reso ancora più emozionante la degustazione dell’IS ARENAS di Sardus Pater, da uve carignano, questo sì vino oramai talmente affermato da essere noto anche ben lontano dall’isola.

4° Tappa, Nettare degli Dei.

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Momento talmente atteso da allontanare la pioggia prevista e che ha fatto registrare il boom di pubblico. Non solo per i fortunati che erano riusciti ad accaparrarsi in anticipo uno dei 20 posti del viaggio, ma anche perché fra i tavoli di tutta la piazza la gente è rimasta ad ascoltare il nostro Presidente Max Wine che ci raccontava le meraviglie del mondo dei passiti anche se non avevano la possibilità di assaggiarli.

Si parte con una prima sorpresa, il KALURI di Barone Sergio, perché la Val di Noto e Pachino (RG) al nostro pubblico erano noti più per i pomodorini e le tante chiese del tardo barocco che hanno reso questa zona Patrimonio Mondiale dell’Unesco, che non invece per il Moscato di Noto. Che invece, fatto appassire al sole e dopo una lunga macerazione, ci ha regalato uno splendido momento di riappacificazione coi sensi.

Ma non c’è stato tempo di goderne appieno, perché poi siamo andati su un’altra isoletta dei sogni, Pantelleria. Non poteva non esserci il Passito di quest’isola e noi abbiamo selezionato SHAMIRA, prodotto da Basile, altra micro-realtà familiare di quelle che tanto piace raccontare a Viva il Vino. Fabrizio e Simona producono infatti poco più di 13.000 bottiglie l’anno e sono riusciti a fare arrivare i colori, i profumi e l’atmosfera di Pantelleria fino a Pinerolo dentro il bicchiere.

Ultima degustazione sul palco un passito dal colore rosso, per chiudere disorientando la platea. Da uve carignano, le stesse con cui si produce l’Is Arenas di cui sopra, sempre molto vicini a Sant’Antioco e più precisamente a Sant’Anna Arresi, dove ci sono le bianche dune di Porto Pino, ecco arrivare il FORTEROSSO. Lo produce Mesa, la cantina di proprietà del noto pubblicitario Gavino Sanna, che ha contraddistinto l’azienda a partire dalla forma delle bottiglie e dalle etichette, proseguendo anche con la costruzione dove si producono e si lasciano a invecchiare i vini. Ma anche dentro il bicchiere ci è arrivata tutta la unicità del Sulcis, grazie a un vino così ricco di profumi e struttura da proporlo insieme a un pecorino sardo molto stagionato, che il Circolo Culturale Sardo “Grazia Deledda” di Pinerolo ha saputo proporci in abbinamento.

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10307231_912063258811260_1161577429330705186_nSe sul palco i nostri viaggi si sono alternati con gli altrettanto interessanti incontri proposti da Slow Food e con gli artisti che hanno intrattenuto in musica la piazza, la Giostra del Vino invece non si è fermata mai, girando di continuo due giorni per fare scoprire al pubblico pinerolese come da una semplice degustazione fatta passeggiando fra i banchetti di una Mostra Mercato possa invece nascere una emozionante esperienza sensoriale per toccare con mano cosa si intende quando si dice vini di qualità.

Volevamo raccontare ai pinerolesi cosa vuol dire bere bene al prezzo giusto raccontando i sogni, le intuizioni, la fatica, l’amore per la terra e per la vite che si celano dietro ad ogni calice.

Lo abbiamo fatto selezionando ben otto vini, dalla bollicina al passito, passando per bianchi, rosè e rossi, scelti anche questi nell’ambito di Sicilia e Sardegna.

Vini che secondo la nostra visione dovevano essere anche unici nel rapporto qualità/prezzo.

Come il BRUT Q di Quartomoro, giudicato da diverse Guide non solo come la migliore bollicina di Sardegna, ma anche vino da OSCAR per il rapporto qualità/prezzo.

Un vero e proprio metodo classico con 24 mesi di rifermentazione in bottiglia ottenuto da uva Vermentino. Lo produce Piero Cella, che oltre ad essere uno degli enologi più affermati di Sardegna, ha creato con la moglie Luciana l’azienda Quartomoro, una piccola realtà dove nascono eccellenze introvabili fuori dall’isola, come questa bollicina che ha strappato l’applauso di tutti quelli che l’hanno assaggiata.

Prima ancora che essere una bollicina è soprattutto un gran vino, ha commentato uno dei nostri soci che ci segue con maggiore assiduità, entusiasta di questa scoperta che avevamo proposto.

Invece il Vermentino BILLIA di Salvatore Cherchi è il vino con il quale vorresti sempre che potesse cominciare una cena, nella sua semplice perfezione: profumi intensi, finezza, gusto minerale e sapido, una beva di ottimo livello tenuto conto anche dell’ottimo rapporto qualità/prezzo.

Esattamente ciò che vuoi da un vino bianco che fa solo affinamento in acciaio.

L’ultimo bianco in Giostra era siciliano, il QUOJANE ZIBIBBO di Barone di Serramarrocco

Ben più complesso del precedente e probabilmente bisognoso di ancora un po’ di tempo per esprimersi al meglio, ottenuto vinificando in secco lo zibibbo, affinato poi in barrique: un vino capace di reggere l’abbinamento anche con piatti complessi come carni bianche, oltre che ovviamente con tutto il mondo del pesce. Ha strappato consensi unanimi per la piacevolezza olfattiva, ha spaccato la platea all’assaggio, dove per taluni è sembrato ancora non pronto.

10365792_912063072144612_1092955736341800639_nDopo i bianchi, LA BAMBINA di Marilena Barbera. Nell’entourage stretto di Viva il Vino questa chicca aveva già avuto successo col Gruppo di Acquisto Collettivo lo scorso dicembre. Ma La Bambina ha saputo ripetersi anche in piazza del Duomo andando ben oltre il consenso di chi già la conosceva: e se i consensi ottenuti presso il pubblico femminile – dove è risultato il più votato – era logico attenderseli, è stato invece quell’universo maschile che l’ha votata a colpirci, visto che normalmente si tratta di soggetti non così avvezzi a lasciarsi affascinare da un rosè.

Ma questo è IL ROSE’ per antonomasia: ottenuto da nero d’avola, profumi delicati, intensi ed eleganti, gusto che ti fa venire solo voglia di continuare a berlo tanto è buono.

Il vino EMOZIONE per tantissimi, il più richiesto nelle prenotazioni di acquisto.

In Giostra non potevano poi mancare i due rossi più classici di Sicilia e Sardegna: come il BAGLIO DI SERRAMARROCCO – da nero d’avola, prodotto da Barone di Serramarrocco.

Il titolare è un broker che abbandona Londra per Erice nel 2002 per dedicarsi ai terreni dei nobili avi, e nel farlo ci dimostra cosa si può fare col nero d’avola anche nella versione più semplice: vinificato in acciaio e senza nessun affinamento in legno, altro che il nero d’avola a cui pensa chi lo acquista al supermercato. Se questo è il suo vino più semplice, siamo molto curiosi di assaggiare anche i vini più importanti di Marco di Serramarrocco, visto che ci ha raccontato che in alcune degustazioni ufficiali fatte recentemente alla cieca, il suo Serramarrocco ha persino battuto il Sassicaia e alcuni dei più grandi vini bordolesi.

Per i rossi di Sardegna abbiamo scelto il SONAZZOS, cannonau dell’azienda Gostolai.

Un altro vino di quelli che secondo le Guide merita da anni lo speciale Oscar per il rapporto qualità/prezzo, probabilmente il miglior Cannonau “quotidiano” di Sardegna, anche perché arriva da Oliena, la sottozona di maggior qualità. Elegante, intenso, strepitoso in bocca dove oltre al corpo c’è tanta eleganza e finezza. Davvero una sorpresa un vino così complesso a un costo così abbordabile e la piazza se ne è accorta, mettendolo al terzo posto nella classifica finale del vino emozione.

Chiusura del Giro di Giostra in dolce, con ALBAMARINA, Passito di Marilena Barbera che ha sbancato: questo è stato il Vino Emozione secondo i voti degli oltre 200 che hanno compilato la cartolina, con il 26,6% dei consensi, quasi il doppio de La Bambina, seconda classificata.

Un passito da uve catarratto e non dalle più usuali uve aromatiche normalmente impiegate; così dopo una incantevole dolcezza iniziale, Albamarina in realtà diventa un vino minerale, fresco e sapido, ma comunque vellutato, molto adatto quindi non solo ai dolci, ma soprattutto a formaggi stagionati o erborinati.

Un passito per nulla stucchevole, forse per questo così votato dal pubblico maschile.

Per la Sardegna invece ecco il CANTICO, vino da dessert sempre di Gostolai, ottenuto da uve vernaccia (70%) e moscato. Così Tonino Arcadu, insegnante diventato viticoltore, ci ha fatto ricordare che anche in Sardegna si possono ottenere grandi vini da dessert, in questo caso lasciando stramaturare le uve sulla pianta.

Un finale di Giostra perfetto, adatto ad accompagnare i dolci grazie alla sua intensa aromaticità e alla piacevole dolcezza in bocca. Anche questo è un vino a prezzi giusti …

Alla fine fra Giostra del Vino e Isole di Emozione sono state ben 20 le etichette proposte, davvero un Festival nel Festival quello che abbiamo messo insieme con passione, tantissimo lavoro e un pizzico di incoscienza, visto che lo abbiamo fatto in soli 20 giorni.

E quindi un ringraziamento particolare va a tutti gli attori protagonisti, vini e produttori che ci hanno concesso fiducia accettando di farsi raccontare da Viva il Vino in piazza.

10363904_912062068811379_6944513624965045596_nSperando di aver lasciato qualche emozione nei tanti che in questi giorni sono venuti a contatto per la prima volta con la nostra associazione

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