Tutto esaurito, gran caldo in sala, speriamo di cominciare a bere quanto prima
Prima sorpresa, un giornalista esperto di bollicine aiuterà il relatore Max Wine nella conduzione della serata. Alberto Sparclìn, origine veneta? A dirla tutta se qualcuno pensasse al cognome in inglese …
Un ripasso fotografico sulle varie fasi della produzione del Metodo Classico, che parte spesso da uve chardonnay e pinot noir
Ed ora tutti sul pulmino, anche se stasera siamo molto stretti e senza aria condizionata.
Comincia il viaggio alla scoperta dei territori e dei vini protagonisti. Con due autisti ci sentiamo più tranquilli ….
Tantissima differenza nei primi due bicchieri: cromatica, ma anche di sensazioni olfattive e gustative
E mentre si brancola ancora nel buio e si discorre amabilmente delle caratteristiche dei primi due vini così diversi fra loro, ecco arrivare anche una mousse di tonno e una di salmone
Andiamo a scoprire da dove arriva la prima bollicina. Nessuno sembra dare una precisa connotazione geografica: i cipressi inducono alla Toscana? E invece siamo nelle Marche, molto vicini a Jesi
Sorpresa: il Verdicchio non dà vita solo a uno dei più grandi vini bianchi d’Italia, ma può emozionare anche in versione bollicina, quando è di questo livello: un millesimato che affina ben 36 mesi sui lieviti per donarci intensità olfattiva, mineralità, freschezza e complessità. Una bollicina tagliente, un inizio che conferma quanto sia interessante l’Italia delle bollicine autoctone
A produrla una delle realtà che ha fatto la storia del Verdicchio di Jesi: Cupramontana è la patria del Verdicchio e Giuseppe Bonci ne è uno degli interpreti più bravi. Il suo San Michele, che abbiamo già avuto occasione di proporre in passato, è fra i verdicchio più blasonati
La seconda bollicina ha un colore buccia di cipolla che non può che indicare una sola cosa: è prodotta anche con uve rosse (quindi pinot noir) che fanno una macerazione un po’ più lunga sulle bucce
La platea non è attenta a cogliere il terreno particolare, si perde a commentare le foglie
Non si vedono grandi asperità all’orizzonte, eppure l’Italia è un Paese prevalentemente collinare e/o montano. Pubblico che brancola nel buio come non mai…. qualcuno dice che è perchè non ci sono campanili nelle immagini
Seconda sorpresa della serata: la bollicina NON è italiana, ma FRANCESE. A Bollicine d’Estate non poteva mancare lo Champagne e il pubblico non lo sapeva, si aspettava solo vini italiani! Noi di VIVA IL VINO per fare il pienone non abbiamo bisogno di dire che abbiamo anche lo Champagne in degustazione ….
Molto interessante questa bollicina, addirittura un 100% di Pinot Noir che ora giustifica e fa comprendere molto di quanto emerso nella degustazione alla cieca
Nuova variazione cromatica con il terzo vino in degustazione
Qualcuno dice: ovunque sia, è un gran bel posto
Caspita, siamo in Franciacorta e non ce ne siamo accorti! Il terroir del Monte Orfano contribuisce alla realizzazione di uno spumante di grande livello: minerale e molto strutturato, sono in tanti ad aver pensato che fosse un vino francese
I fratelli Paladin sono imprenditori importanti nell’universo del vino italiano: oltre che in Franciacorta hanno una importante azienda in Chianti e poi due grandi aziende nel loro territorio di origine: il Veneto
E per il quarto vino… Terza sorpresa, siamo di nuovo a Les Ryces, nell’Aube
Uno dei vini più emozionanti della serata, la Cuvèe Prestige, un millesimato 2008 con 48 mesi di affinamento, assemblaggio perfetto fra Pinot Noir e Chardonnay
E come lo champagne precedente, anche questo è prodotto da Gallimard padre e figlio, piccoli vigneron fra le grandi Maison . Viva il Vino anche all’estero ama farvi scoprire ciò che è meno noto
Sul salame cotto artigianale prodotto dall’amico Beppe (presente alla serata) ci sarebbe da aprire un simposio: lui semplicemente ama dire che il suo salame cotto è un salame crudo… che viene cotto (altro che quei salami cotti di dubbia provenienza…)
Il quinto vino è già nel bicchiere e ha già ampiamente raccolto consensi. Sembrerebbe non esserci dubbio su dove siamo!
Siamo alla Mecca delle bollicine! Terza sorpresa, ancora uno champagne prodotto nel cuore della zona più famosa e quotata, la Montaigne de Reims
Semplicemente la perfezione, con tutto ciò che ci si aspetta da un metodo classico: intenso e complesso al naso, cremoso e affascinante in bocca
Anche Camille Saves fa parte delle realtà meno note al grande pubblico: solamente 85.000 bottiglie prodotte, vi abbiamo portato davvero un’emozione unica con questa bottiglia
Il pulmino sembra aver preso la curva troppo veloce …. o forse è solo il fotografo ad aver preso troppe bollicine fra uno scatto e l’altro
Dopo la Franciacorta non poteva non esserci anche un TRENTO DOC! Elegante, strutturato, con ben 45 mesi di permanenza sui lieviti, ben rappresenta l’Italia delle grandi bollicine anche al cospetto dei grandi champagne come quelli di stasera
Davvero bravo Lorenzo Simoni con i figli, a produrre bollicine. E d’altronde ha cominciato nel 1985, mica ieri ….
E il nostro bravo giornalista ci ha aiutato a saperne di più sulle bollicine, soprattutto su quelle francesi che ci ha presentato con dovizia di particolari
Già, perchè… quarta sorpresa della serata… Alberto Sparclìn non esiste, anche perchè in inglese SPARKLING vuol dire frizzante! ALBERTO è l’importatore italiano degli champagne che abbiamo degustato!!!
Quinta sopresa: non erano sei i vini???? Che succederà ancora?
Il posto è di nuovo incatevole, mezzanotte stasera è passata da un pezzo, ma val la pena trattenersi per l’ultimo bicchiere
Paesaggio familiare …
Siamo nelle LANGHE!!!
Un finale pieno di emozioni in quel bicchiere e anche le nocciole in abbinamneto arrivano dalle Langhe …
Una rarità, un vino unico quello che VIVA IL VINO ha saputo portare al suo pubblico: una bollicina che ha fatto 156 mesi (!!!) di maturazione sui lieviti, un’annata straordinaria quella del 2001 che ha portato il produttore a tenere da parte 1.000 bottiglie del Brut ZERO fino al febbraio 2015 quando è avvenuta la sboccatura. Un vino perfetto, straordinario, che non fa per nulla pensare che potesse avere 15 anni. Ahh le Langhe……
E a produrlo uno dei nomi blasonati delle Langhe non solo in fatto di bollicine, ma anche di Barolo. Finire il viaggio delle bollicine in Piemonte e in questa maniera solo VIVA IL VINO poteva farlo …
Incantevole anche il Podere di Rocche dei Manzoni, val la pena farci una visita non solo virtuale vista la poca distanza …
Hanno fatto gli straordinari Sabina e Carolina, gestire una sala così affollata e con il clima di Calcutta non era semplice: finalmente possono concedersi un sorriso, VIVA IL VINO ha messo in curriculum un altro evento emozionante con una atmosfera unica
L’ITALIA delle BOLLICINE D’ESTATE: autoctona con il Verdicchio, tradizionale nella sua massima espressione con Franciacorta e Trento Doc
La FRANCIA delle BOLLICINE D’ESTATE: misconosciuta con la zona de l’AUBE, tradizionale a di grande espressione con la Montaigne de Reims
E un fuori programma che da solo valeva il biglietto: 156 mesi di maturazione. E quando mai vi ricapita una bottiglia così?